“La pelle è la prima a sentire il vento e l’ultima a dimenticarlo.”
Il bisogno di contatto è primario come quello di nutrimento. Per grandi e piccini.
Nei neonati e nei bambini poi, la vicinanza con i genitori è calore, sicurezza, protezione.
E nel sonno possiamo notarlo ancora di più!
Ma perché invece abbiamo l’aspettativa che i nostri bambini dormano bene anche se lontani da noi?
La nostra generazione è figlia della cultura del distacco e della tipica frase “non tenerlo in braccio che si vizia”.
Ci aspettiamo che un neonato, dopo 9 mesi nella pancia e a strettissimo contatto con la madre, riesca facilmente a consolarsi e a rilassarsi in autonomia nel suo letto.
Fisiologicamente questo è molto improbabile.
Soprattutto all’inizio.
Il tatto è il primo senso che si sviluppa nel feto ed il primo contatto con il mondo esterno.
È grazie al tatto che il neonato esplora il mondo nei primissimi istanti.
Ed è anche con il contatto che entra in relazione con i genitori.
Nel sonno il bisogno si intensifica, la richiesta di presenza e conforto diventa maggiore.
Il bisogno di sentire qualcuno vicino, di accoccolarsi e percepirne il calore, sentirne l’odore e ascoltarne il respiro.
E quindi in pratica?
In pratica il contatto può essere utilissimo per aiutare il tuo bambino a collegare i cicli di sonno quando ancora non è in grado di farlo da solo, per modificare associazioni al sonno esistenti, in caso di “purple crying” o anche semplicemente per aiutarci nell’addormentamento.
Soprattutto nei primi mesi, il neonato si addormenta più facilmente e mantiene il sonno proprio in presenza di contatto e movimento.
Come può aiutarci il contatto nella routine?
La routine è l’insieme di azioni ripetute tutti i giorni che aiutano il bambino a mantenere orari adatti alla sua età e gli infondono sicurezza.
Un esempio di routine può essere:
Sveglia, poppata, gioco, pisolino, merenda, passeggiata, pranzo, pisolino, merenda, gioco, cena, nanna.
E per mantenere la routine, la nanna diurna a contatto può essere utile proprio per evitare che i pisolini siano frammentati.
I pisolini possono essere frammentati per la difficoltà di agganciare i cicli di sonno, situazione che poi impatta inevitabilmente sul sonno notturno.
Un sonno frammentato, breve e “a singhiozzi” può portare spesso ad eccessiva stanchezza a ora di cena e al momento della nanna.
Un’eccessiva stanchezza aumenta i livelli di cortisolo e può essere la causa di addormentamenti lunghi e continui risvegli notturni.
“Il contatto è anche il respiro sulla pelle, come il vento.”
Stefania Toneatti
Consulente del sonno
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