20 aprile 2023

Lo straordinario viaggio, la cui meta, sei tu.

Patanjali, autore dello Yoga Sutra, il testo per eccellenza dello Yoga, grazie al quale è stato possibile il tramandarsi della disciplina stessa, ci insegna che degli otto scalini di cui deve essere composto il cammino di uno yoghin, il cui scopo è il raggiungimento della comprensione dell’universo, che devono essere percorsi tutti e necessariamente in modo consequenziale, PRATYAHARA è il quinto.

Ma che si intende con PRATYAHARA?

Potremmo sinteticamente descriverlo come il “distacco” da ciò che ci circonda o ”l’isolamento dei sensi”, da tutto ciò che è esterno.

Ci sono moltissimi modi di esercitare PRATYAHRA, a seconda dell’obiettivo dello yoghin di quel momento (..ho bisogno di aumentare la mia energia? ..devo moderare la mia aggressività? ..sono stressato e ho bisogno di ritrovare il mio equilibrio psicofisico precario?) ed ognuno troverà con la pratica quello a lui più congeniale, ma tutti, senza eccezione, ci portano alla straordinaria esperienza di entrare in con-tatto con noi stessi; ed in una società come la nostra, sempre di fretta, alla riconcorsa di qualcosa che poi forse non si ha nemmeno ben chiaro cosa sia, mettersi in ascolto della nostra coscienza, di ciò che è la nostra essenza, è un’opportunità più unica che rara!

“non sempre chi si ferma è perduto. A volte serve fermarsi per ritrovare se stessi.”

M. Sbarra

Fermarsi: la chiave sta qui. Fermarsi e non scoraggiarsi; perché ci vuole tempo e pazienza, serviranno forse uno, forse cento tentativi, prima di riuscire a rivolgerci all’interno tralasciando tutto ciò che è materiale e sta fuori di noi. Ma quando ci si riesce si è ripagati di tutta la fatica fatta, perché:

“chi conosce gli altri è sapiente, chi conosce se stesso è illuminato”

Lao Tzu

Ludovica T.
Insegnante Yoga Gravidanza e Post Parto e Insegnante Yoga Nido 18-36 mesi metodo Yoga in Fascia
Consulente Babywearing Italia

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